Amalia, se Voi foste uomo...La storia
Organizzando l'incontro su Guido Gozzano Donna, mistero senza fine bello! per il Salone del Libro 2014 (con Lilita Conrieri, Mariarosa Masoero, BrunoQuaranta, il meraviglioso attore Mario Brusa, e la partecipazionedell'amico Vittorio Sgarbi, convinto gozzaniano), provai il desiderio di approfondire i rapporti fra Guido Gozzano e il mondo femminile. Mi rituffai così nelle Lettere d'amore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti (introduzione e note di Spartaco Asciamprener,Garzanti, 1951), che avevo scovato tanti anni prima alla Libreria Antiquaria Gilibert in Galleria Subalpina. Venni una seconda volta e più profondamente catturata da quelle pagine in cui le figure delpoeta e della poetessa si incrociavano e si allontanavano come in una danza sullo scenario della Torino primi Novecento.
Nelle loro lettere non scorrevano soltanto sentimenti di amicizia, di tenerezza, di autentico interesse verso l'altro- e qualche vampata di passione avolte alimentata, a volte raffreddata da Guido, il più cauto e soprattutto il più ammalato dei due-; ma anche consigli di lettura,commenti sulle reciproche opere; dialoghi sul ruolo della letteratura e della critica, ricchi di pettegolezzi sull' intellighenzia dei tempi e di allusioni a comuni conoscenze quali Ada Negri, Arturo Graf, Antonio Borgese; il tutto con una dialettica cosìcoinvolgente, con un tratteggio così vivo, da farmi precipitare ogni volta, miracolosamente, nella loro epoca e nel loro mondo di pensieri.
Un passo in particolare mi colpì: quello in cui Amalia, nel novembre 1907, raccontava di un appuntamento mancato ai piedi della collina torinese. In quella lettera la poetessa confidava a Guido di averlo atteso a lungo, inutilmente, osservata e dileggiata da alcuni passanti, e di aver quindi passeggiato un'ora al parco del Valentino, tormentando il suo
bouquet di viole, per non far sospettare alle sorelle la sua 'disdetta'. Dalle sue parole trapelavano un tale struggente dolore, una tale acre ironia, da rendere quell'appuntamento mancato l'emblema di tutte le "rose non colte", di tutte le occasioni esistenziali perdute. Mi immedesimai profondamente in lei e una notte i suoi cupi pensieri continuarono a tormentarmi, finchè non assunsero forma di sonetto.
Con
Rendez-Vous vinsi il primo premio per poesia inedita al Concorso
Letterario Il Meleto di Guido Gozzano, edizione 2014.
Da allora, la presenza dei due Poeti è diventata costante nella miavita: essi non solo si rivelavano attraverso le pagine del loroepistolario, ma ne uscivano per proseguire un dialogo con me, suggerendomi un'esistenza alternativa in cui rifugiarmi, nelle notti lasciate libere dalla vita convulsa di tutta un'altra Torino. Da testimone silenziosa e partecipe dei loro dialoghi, ho individuato i dodici snodi a mio parere più significativi dell'epistolario, fonte continua di ispirazione, e li ho interpretati in altrettante poesie,per permettere a Guido e Amalia di far ascoltare con la loro voce,filtrata dalla mia sensibilità, la storia della loro tormentata liaison, della loro bellissima “arte fatta di parole”.
Per vestire di immagini le poesie, ho chiesto la preziosa collaborazione del pittore toscano Fulvio Leoncini, il quale ha creato dodici tavole con la sua maestria di artista forte, sensibile e malinconico.
Ecco come Fulvio ha immaginato il mio incontro con Guido e Amalia, al Meleto, attraverso la magia di uno "specchio del tempo".
Il volumetto illustrato è stato ulteriormente impreziosito dalla prefazione di Vittorio Sgarbi, sostenitore fin dagli inizi di questo progetto letterario e grande estimatore del poeta ("Gozzano è alle origini dei miei sentimenti sulla poesia e sulla vita"), dichiarò nel suo intervento in un successivo incontro gozzaniano che organizzai al Meleto per il Salone Off 2015- col quale per la prima volta il Comune di Agliè entrò nel circuito del Salone- ;
e dalle note critiche del prof. Claudio Gorlier, saggista, giornalista, Professore Emerito dei Paesi di lingua inglese; uno dei miei più cari amici- e , soprattutto, uno dei pochi veri Maestri ancora fra noi.
I due poeti che ho conosciuto sotto insoliti ed affascinanti aspetti attraverso l'epistolario sono stati inconsapevolmente, per un anno, compagni della mia vita; ed è con struggente nostalgia che adesso li abbandono, affidando le mie composizioni alla loro sorte editoriale.